A.S.D. AISA
Sport
L’ASD AISA Sport nasce nel 2003 come espressione sportiva dell’AISA Onlus e svolge le sue attività sulle rive del lago di Castel Gandolfo.
AISA è l’acronimo dell’Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche. L’atassia è una malattia caratterizzata da una progressiva riduzione della coordinazione dei movimenti muscolari rendendo difficoltosa l’esecuzione dei movimenti volontari.
L’osservazione che l’esercizio fisico coordinato, come quello del kayak, provoca un rallentamento della progressione della patologia, ci ha spinto ad affrontare questa sfida ed a trasformare una struttura fatiscente, che durante le olimpiadi di Roma costituiva la biglietteria delle gare olimpiche di kayak, in una sede piccola ma funzionale ed iniziare questa attività.
Gli anni successivi, grazie anche all’esperienza acquisita sul campo ed attraverso corsi di specializzazione, abbiamo allargato la nostra “offerta” a tutte le persone con disabilità che avevano il desiderio di cimentarsi nello sport della canoa per cercare di tirar fuori l’atleta che è dentro ognuno di noi.
Oggi, grazie a tutto il lavoro svolto, ai protocolli d’intesa siglati con importanti centri quali il Santa Lucia di Roma ed ai risultati sportivi ottenuti, siamo uno dei centri di riferimento per l’handykayak ed una delle prime società in Italia nell’ambito della Paracanoa, di cui siamo polo di specializzazione nazionale (unico nel centro Italia) all’interno della FICK che, pur tra mille difficoltà, ha la ferma volontà di continuare la strada intrapresa per dare la possibilità di praticare sport, e magari di affermarsi, a chi pensava o credeva di non avere più la possibilità. Parallelamente a questa attività, che rappresenta la nostra mission principale, a partire dal 2010 abbiamo dato il via ad un progetto C.A.S. con lo scopo di avvicinare i ragazzi allo sport della canoa dando ancora più valore al concetto di integrazione. Grazie a questa scelta l’ASD AISA Sport negli anni è avviata alle gare di acqua piatta dove i nostri ragazzi cominciano a fare esperienza e ci rende l’unica società di canoa in Italia ad aver fatto un percorso inverso: la disabilità che apre alla normalità.
Da anni occupiamo posizioni di vertice all’interno della classifica nazionale di Paracanoa della federazione. Questo non solo grazie all’attività dei nostri volontari, ma anche per i risultati sportivi ottenuti, in ambito nazionale ed internazionale, durante tutti questi anni.
Molto sviluppato anche il settore del DragonBoat per due motivi fondamentali: la spiccata caratteristica socializzante e la fruibilità, con gli opportuni accorgimenti, da parte degli atleti di Paracanoa.
La convocazione, in qualità di tecnico, del nostro Direttore Sportivo, Filiberto Desideri, alle Paralimpiadi di Rio De Janeiro e la recente Stella di Bronzo al Merito Sportivo per l’attività sportiva sostenuta per la disabilità consegnata al Presidente dell’AISA Sport Massimo Cecchetti sono motivo di vanto.
L'idea
L’acqua, per i malati neuromotori, rappresenta uno degli elementi più utili ed efficaci nelle cure fisioterapiche, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
Inoltre, gli sport a contatto con la natura, aiutano molto anche psicologicamente i nostri ragazzi permettendo un approccio più semplice e tranquillo, in un ambiente sano e sereno.
Oggi sono diverse le discipline che, recuperando antichi rapporti dell’uomo con la natura, hanno trovato una loro importante applicazione nelle terapie mediche: oltre all’idroterapia, basti pensare all’ippoterapia, e alle cure con animali, come i delfini o i cani.
Raccomandare il kayak e/o la canoa canadese a praticanti disabili è giustificato da più di una ragione, trattandosi di attività all’aria aperta, veramente alla portata di una vasta categoria di persone, le attrezzature sono poche ed essenziali. La semplicità del gesto motorio consente ai disabili psichici di raggiungere rapidamente un buon livello di apprendimento. Il limitato coinvolgimento degli arti inferiori lo rende particolarmente adatto ai disabili motori, ovviando a quegli ostacoli che la natura e gli uomini stessi pongono sulla terraferma al movimento. L’organizzazione oltre che lo stesso svolgimento dell’attività consente inoltre una significativa occasione di socializzazione nell’ambito dei gruppi in formazione.
Gruppi eterogenei di persone di diverse capacità ed abilità possono quindi trovare una loro dimensione nella vasta gamma di attività che fanno della canoa uno sport alla portata di tutti, la pratica della canoa si dimostra inoltre particolarmente indicata per i disabili motori nel perseguimento di una adeguato sviluppo muscolare, una buona coordinazione e rapidità di movimenti ed una appropriata resistenza allo sforzo fisico.
Nel percorrere un itinerario reso piacevole e stimolante diventa più agevole il raggiungimento di tali obiettivo.
Nella lotta con se stesso il disabile, per migliorarsi impara a superare la fatica, generalmente inevitabile durante l’approccio di una nuova attività motoria.
Poter nuotare in un lago, pagaiare su di una canoa, andare a cavallo, veleggiare su una barca a vela: attività apparentemente lontane e irraggiungibili per persone con gravi handicap, ma spesso poco conosciute anche dai ragazzi “normali”, soffocate dall’avvento della tecnologia.
Tante attività legate alla natura, una volta indispensabili mezzi di sopravvivenza, sarebbero morte se lo sport oggi non le avesse recuperate facendole proprie.Lo sport quindi, come custode di tradizioni e attività dimenticate, ma anche e soprattutto veicolo di educazione ambientale e importante fattore di integrazione sociale.
Il Progetto
L’idea nasce dall’incontro con alcuni Campioni della Canoa internazionale, che, come volontari in AISASport, hanno contribuito a dar vita alla prima Scuola Integrata di Canoa e Discipline Acquatiche.
Il progetto nato a Roma, sede nazionale dell’AISA, si propone come progetto “pilota”, da sviluppare in futuro in altre regioni e con altre discipline.
La sede del progetto era una delle postazioni di allenamento della Federazione Italiana Canoa Kayak, in disuso da molti anni, adibita durante le olimpiadi di Roma del 1960 a biglietteria e servizi.
E’ la sede da dove è partito il progetto “pilota”, l’area ristrutturata ed attrezzata, dispone di spogliatoi, bagni e docce, un’area giochi attrezzata, una piccola spiaggia con un’area destinata alla scuola di nuoto, dotata di canoe sia per l’attività amatoriale che l’attività agonistica, barche di Dragon Boat, Canoe Polinesiane ed altro. La scuola è rivolta ai giovani ed ai giovanissimi.
I bambini più piccoli, oltre che giocare con l’acqua ed imparare le diverse discipline, avranno giochi ed attività mirate per loro.
Per i più grandi, vere e proprie attività sportive: attraverso l’insegnamento della canoa, del nuoto e della pallanuoto, ma anche del Beach Volley, o della Pesca sportiva, i ragazzi disabili e non, si troveranno ad affrontare, con l’aiuto di esperti e tecnici preparati, la fatica dell’allenamento ed il gioco di squadra, imparando a mettersi in discussione e confrontarsi. Sono avviate le collaborazioni con i diversi Comuni e delle istituzioni preposte. I ragazzi e i bambini che vengono da fuori Roma faranno dei soggiorni-vacanza presso strutture organizzate per seguire i corsi e vivere con il centro tutte le molteplici attività.
Gli Obiettivi
Attraverso il gioco e l’insegnamento di uno sport, il progetto vuole sviluppare una potenzialità educativa come veicolo di diffusione dei valori etici, civili, sociali e culturale di rispetto umano e naturalistico verso le giovani generazioni.
Avvicinando alle discipline acquatiche le persone con disabilità e persone senza disabilità, in un ambiente sereno e naturale, a contatto con la natura, e attraverso sport dal profondo spirito di squadra, la scuola vuole creare un punto di incontro e di aggregazione in quello spirito che rende lo sport così speciale, e che spesso viene a mancare nella vita quotidiana dei giovani, e non solo.
La difficoltà maggiore è data dal fatto che per ogni bambino, ragazzo o comunque persone co disabilità occorre un Istruttore, il rapporto per loro è 1 a1 non come succede con i non disabili dove solitamente un Istruttore tiene gruppi anche di 15/20 ragazzi. Questo perché ogni tipologia di handicap è diversa e diversamente va affrontata, sia atleticamente che psicologicamente, inoltre anche il tipo di imbarcazione può variare secondo il tipo di handicap. Pertanto pur lavorando in gruppo per integrarsi completamente, saranno anche seguiti singolarmente da un Istruttore che li seguirà per tutto il percorso formativo e sportivo.
La scuola ha una vera e propria attività agonistica.
L’attività agonistica, oltre a stimolare ed entusiasmare i ragazzi, sarà anche importante veicolo di promozione ed informazione per l’integrazione sociale e per una miglior qualità di vita delle persone con disabilità.
Il supporto e la collaborazione attiva di campioni di fama internazionale permetteranno a queste squadre di dimostrare tutto il loro valore, sul piano agonistico e umano.